LUCA MENNA - SAGGIO ISTORICO DELLA CITTA' DI CARINOLA a cura di ADELE MARINI CERALDI
PREFAZIONE: Luca Menna, con la pubblicazione nel 1848 del Saggio Istorico, ossia Piccola Raccolta dell'Istoria antica e moderna della Città Diocesi di Carinola in due tometti oggi divenuti rarissimi, si è reso benemerito verso la sua città per aver assicurato ai posteri la coinoscenza di dati e di memorie, oggi in parte travolti dall'incuria e dall'usura del tempo.
Egli fu indotto a scrivere questo « Saggio » innanzi tutto dall'amore per il natio loco, dopo aver pazientemente raccolto testimonianze dalla letteratura antica e da quella più vicina al suo tempo e dopo aver ricercato le vestigia dirette, ancora superstiti, di una vitalità millenaria, e cioè documenti, monumenti, iscrizioni, e tutto ciò che ancora rimaneva nella tradizione orale.
Il Menna fu certamente sollecitato dalla considerazione che, mentre Capua antica e medioevale, era stata illustrata dalle opere storiche del Monaco, del Pellegrino, del sia pur infido Pratilli, del Mazzocchi, del Granata, del Rinaldo, del Rucca, Sessa dal Sacco, dal Perrotta, dal De Masi e dal Granata, Teano dal Pezzulli e da Michele Broccoli, Calvi dallo Zona e dal Ricca, Carinola non era stata ancora oggetto di una particolare ed estesa trattazione. Egli, « notaro » della sua città, fu il primo a stendere quella particolare trattazione, sia pur senza metodo rigoroso e senza la necessaria attitudine e preparazione critica, che del resto difettavano, in varia misura, negli eruditi e negli storici del suo tempo.e troppo severo il giudizio del Momsen, che lo definisce auctor non solum inficetus et subabsurdus... (C.I.L., X, I, 464). E' certo però che grande fu il suo impegno ed ampio il panorama da lui tracciato.
Nel primo tomo il Menna tratta delle antiche città di Foro Claudio, Foro Popilìo, Urbana, Larissa e dell'Agro Falerno ed espone le vicende storiche di Carinola e delle sue borgate, e nel secondo tomo tratta della serie dei Vescovi, delle chiese, dei monasteri, delle tradizioni religiose. Se nell'antichità, anche per una favorevole posizione geografica, le città scomparse furono centri pulsanti di vita, nell'era medievale Carinola fu sede, con i Longobardi ed i Normanni, dì gastaldato, e di contea, e nell'età moderna, incardinata nell'organizzazione feudale, fu legata alle vicende, ora liete, ora tristi, del regno napoletano.
La sua storia acquista ancora gli aspetti drammatici nella seconda metà del secolo XV, nella lotta tra Aragonesi ed Angioini, e quando i suoi feudatari partecipano alla congiura dei Baroni contro Ferrante.
L'opera del Menna, pur con tutti i suoi limiti, merita di essere riproposta all'attenzione degli studiosi. La lacuna maggiore che vi si nota è l'inadeguata trattazione dei fatti artistici, che fanno di Carinola un esempio di più sensibilità e civiltà stratificatesi nella sua vita millenaria e con aspetti del tutto singolari.
Per gli affreschi dell'Episcopio, presentanti una « facies » tutta propria nel quadro della pittura campana intorno al mille, per la Cattedrale, per i suoi palazzi quattrocenteschi con i caratteristici portali tardo-gotici e le finestre di squisita arte catalana, testimoniante la presenza anche qui dei Sagrera e della loro scuola, Carinola è una piccola interessantissima città del Mezzogiorno d'Italia, in cui l'incontro e lo stratificarsi di varie e molteplici correnti spirituali, in un ambiente naturale e altamente suggestivo e il fascino delle memorie di un illustre passato, parlano con immediatezza straordinaria alla mente ed allo spirito del visitatore, destandovi sensazioni destinate a non cancellarsi col tempo.
Adele Marini Ceraldi, scrittrice, giornalista, romana di nascita e carinolese di adozione, che da anni combatte da sola per la valorizzazione del patrimonio storico, archeologico ed artistico di Carinola, ha preso l'iniziativa di ristampare l'opera del Menna, corredandola di qualche nota e di traduzioni in italiano delle iscrizioni e dei brani latini, rendendola così accessibile a tutti i lettori, anche a quelli di più modesta cultura. E' pertanto da augurarsi che l'iniziativa coraggiosa trovi la comprensione e il consenso degli studiosi e di quanti, anche senza molte pretese, s'interessano alle memorie storiche della nostra Terra di Lavoro.
Sono state di recente ristampate per Ali/e, Aversa, Capua, Caserta, Maddaloni, Suessola e Arienzo, le opere degli storici locali settecenteschi e ottocenteschi e ben quindi può essere salutata favorevolmente questa ristampa del Saggio del Menna.
A parte un agile volumetto su Carinola nella storia e nell'arte (Teano, D'Amico, 1958) pubblicato dal compianto e benemerito medico carinolese, Giampietro D'Angelo, con scopi divulgativi e non scientifici, più recentemente Werner Johannowsky ha tracciato una compiuta rassegna dei problemi archeologici connessi all'agro carinolese (Rend. Acc. Arch. Lett. e B.A. di Napoli N,S.I, 1975, 3-33) e le notevoli testimonianze di arte catalana, presenti a Carinola, hanno trovato, per opera dell'Agnello, del Pane, e del Venditti, e soprattutto nelle monografie del Rosi e collaboratori una compiuta illustrazione e una più incisiva caratterizzazione nel contesto più generale dell'arte catalana nell'Italia meridionale.
La fioritura di questi interessi — per non parlare di altri contributi anch'essi degni di segnalazione, ma ben noti agli studiosi — potrà stimolare nuovi studi e nuove ricerche, che soddisfino le esigenze della più progredita scienza storica attuale.
Giuseppe Tescione |